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bilgelik sevgisi…bilgi aşkı

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Mi chiamo Cavallo nel Vento. Correvo con il nostro popolo fra canyon, colline e la vasta prateria. Vennero i generali e i loro soldati e ci sterminarono con le loro bocche di fuoco di cannoni e fucili da lontano e pistole da vicino per il colpo finale: non dovevano fare prigionieri nè testimoni. Non risparmiarono nessuno, così i vecchi le donne e i bambini giacevano nel sangue. E, dicevano e scrivevano sui loro giornali, che eravamo feroci, sanguinari e assassini spietati. E fummo sterminati. Da allora vaghiamo nel vento. E se ascoltate la terra sentirete le nostre voci: siamo i lupi e i loro cuccioli, siamo corvi e i loro voli, siamo i cavalli appena nati, siamo castori, siamo il fiume e i pesci che vi guizzano, siamo l’aquila che s’alza in volo e scende in picchiata, siamo terra su cui abbiamo piantato la tenda e, siamo neve che cade dal cielo in tempesta e, siamo ombre e luce tra le nere e bianche nuvole che ci hanno visto da ogni lato. E forse siamo stati allora e per sempre fantasmi di popolo, offeso nella carne e nella dignità e, infine disperso e annientato e, mai, mai, mai riconosciuto.